Come riconoscere l’oro con il metodo di Archimede
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Ogni qualvolta si decide di acquistare o di vendere un prodotto d’oro è importante assicurarsi che si stia per concludere un affare serio e senza i rischi che questo mondo comporta. Accertarsi che il prezzo offerto dal compro oro o dalla gioielleria di fiducia sia onesto, necessita una conoscenza approfondita del suo reale valore per verificare se si tratta di un vero o un falso.
Tra i tanti metodi che permettono di riconoscere se l’oggetto sia realmente d’oro, uno particolarmente degno di nota è quello del metodo di Archimede. Ma cosa prevede questo esame? Scopriamolo insieme.
Cose da sapere sull’oro
Prima di addentrarci nel metodo di Archimede è importante sapere che l’oro è una delle poche sostanze che, per merito delle sue particolari caratteristiche chimiche e fisiche, non viene attaccato dagli agenti atmosferici, e che non subisce cambiamenti e ossidazioni.
Proprio per questo motivo risulta spesso molto difficile riuscire a individuare se si tratti di un oro vero o falso. Questo stesso dubbio lo ebbe il tiranno di Siracusa Gerone, il quale dopo aver chiesto la committenza di una corona d’oro, volle controllare la serietà e la professionalità dell’orafo.
Uno dei più grandi scienziati e matematici della storia, allora, si mise all’opera per stabilire se la realizzazione fosse in oro, come promesso dall’orafo, o se contenesse al suo interno l’argento. Ecco la soluzione di Archimede.
Metodo di Archimede
Il matematico, allora, si fornì di una bilancia di precisione e un contenitore graduato e iniziò la sua sperimentazione. Prima di procedere, però, bisogna considerare un altro importante fattore: il peso specifico dell’oro, a parità di dimensioni, è quello più pesante. L’unica eccezione la fa il platino.
Non potendo distruggere la corona, Archimede decise di porre in una vasca un oggetto d’oro dello stesso peso della corona e, una volta inserito, riempì l’acqua fino al bordo. A questo punto sostituì il prodotto con la corona: se la quantità di acqua fosse stata diversa allora l’orafo aveva preso in giro.
Riutilizzare questo procedimento, oggi, è molto semplice: basterà essere forniti di una bilancia di precisione e di un contenitore graduato e di riproporre lo stesso esperimento utilizzato secoli fa.
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